La disuguaglianza è diventata «un’emergenza nazionale, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza la parità di genere deve essere un obiettivo strategico vero». Ma se non spesi bene, avverte la direttrice, i fondi del Recovery rischiano di accentuare le differenze. «La commissione europea ha stabilito un vincolo del 57% per gli investimenti che vanno indirizzati sulla transizione verde e sulla innovazione tecnologica. Si tratta però di settori in cui la percentuale di presenza femminile è bassa». La manodopera in questi campi è all’85% maschile. «Dunque il Recovery potrebbe essere penalizzante per le donne e aggravare la disparità. La commissione deve fornire misure chiare perché non sia un effetto squilibrante a svantaggio delle donne. Il nostro Paese deve crecserre in modo equilibrato. Il prossimo governo insieme alla commissione europea deve sanare questo problema».
Per invertire la tendenza, sostiene la presidente dell’Engagement Group Women20, «bisogna investire in modo strategico permanente sui servizi e sulle infrastutture sociali, per arrivare al 60% di copertura dei nidi. Investire nel welfare di prossimità, potenziare i servizi sul territorio. Sostenere lo sviluppo dell’imprenditoria femminile. Il prossimo governo dovrà orientarsi verso una presenza femminile del 50%, la mancanza di donne alla guida di questo Paese ha fatto sì che questa emergenza fosse sottovalutata e mai affrontata».
«In Europa stiamo contraendo un debito di dimensione inaudite e dobbiamo garantire che questi soldi siano ben investiti – ha detto Alexandra Geese, fondatrice della Campagna Half of it durante l’audisione alla Camera – non investire nella metà della popolazione che è fuori dal mercato del lavoro vuol dire rischiare il fallimento. Siamo di fronte a un aggiustamento totale delle nostre economia e non avremo ripresa se lasciamo fuori le donne».
L’occupazione
«Agghiaccianti», così ha definito i dati sull’occupazione resi noti ieri dall’Istat la vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni. «Il 98% dei licenziamenti riguarda le donne. Bisogna assolutamente invertire la rotta poiché questo crollo potrebbe prolungarsi anche in futuro. Abbiamo bisogno di un Governo forte e stabile per risolvere le problematiche che preoccupano la nostra società».
Articolo pubblicato sul Messaggero